17 nov 2013

Brano del giorno (jazz): "My Old Flame"...

... di Frank Morgan



Era un protegé di Charlie Parker... e purtroppo, come il suo idolo, cadde nel vizio dell'ero. La droga iniziò a iniettarsela a 17 anni, nonostante Parker disapprovasse...
Quando Frank Morgan (alt sax) registrò il suo album di debutto, correva l'anno 1955. E il suo secondo disco sarebbe uscito solo trent'anni dopo; trent'anni che lo videro protagonista di atti criminosi e lunghi periodi di detenzione, finché non pensò di smettere con la droga e mise la testa a posto.
(Negli Anni Sessanta, nel famigerato penitenziario di San Quentin, aveva formato un gruppo con un altro sassofonista ed eroina-dipendente: Art Pepper...)
Morgan riemerse nella coscienza degli amanti del jazz nel 1985 (titolo dell'album: Easy Living) e da lì in poi fu tutto un successo per lui, con concerti in club e partecipazioni ai festival di ambedue le sponde dell'atlantico, nonché la registrazione di una quindicina di dischi. 
Il be-bopper di Minneapolis (vi era nato il 23 dicembre 1933) venne fermato un'altra volta nel 1996, stavolta da un ictus. Ma si rimise in piedi e riuscì a continuare la sua attività per circa dieci anni ancora, finché, il 14 dicembre 2007, non morì, dopo un ultimo tour europeo, stroncato da un cancro al colon e dal deterioramento dei reni.



Il padre di Frank era il chitarrista Stan Morgan, uomo in parte di sangue indiano (tribù degli Ojibwa). Morgan senior desiderava che il figlio imparasse la chitarra e il piccolo fece del suo meglio. Ma quando padre e figlio andarono a vedere la Jay McShann Orchestra al teatro 'Paradise' di Detroit e un tizio dal nome Charlie Parker si erse sugli altri musicisti per eseguire uno dei suoi "soli", per il ragazzo fu una vera e propria illuminazione. Frank passò al sassofono (dopo un periodo intermediario di due anni a suonare il clarinetto)... e nacque così "the New Bird".

Ma la tendenza ad assumere eroina e a essere un fuorilegge eclissarono la sua bravura per gran parte della sua vita. Le registrazioni che abbiamo di lui (quasi tutte del "periodo maturo", giocoforza) testimoniano comunque della sua abilità a mantenere una fluidità e una semplicità che hanno il loro fondamento nella tecnica e in un bagaglio emozionale affatto comuni.






Frank Morgan - alto sax
Conte Candoli - tromba
Wardell Gray - sax tenore
Howard Roberts - chitarra
Carl Perkins - piano
Leroy Vinnegar - basso
Lawrence Marable - batteria


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