25 dic 2011

La storia dei Genesis - 5: 'Selling England By The Pound'

All'indomani del primo disco dal vivo - Genesis Live -, firmato dal gruppo nel 1973, esce Selling England By The Pound.

 "Sublime" è l'aggettivo che salta in mente a proposito di quest'opera. I Genesis dimostrarono di saper mettere in 53 minuti tanta più musica meravigliosa di quanta non riuscirono a crearne molti loro colleghi nel corso dell'intera carriera.
L'album ha un suono meno opaco, più cristallino di Foxtrot: merito della migliorata tecnica di registrazione. La Charisma aveva rinnovato la sua fiducia a John Burns, già responsabile della produzione di Foxtrot - dopo che John Anthony era stato licenziato a causa degli alti costi del singolo "Happy The Man".

 Banks

I testi sono persino più smaliziati di quelli dell'album precedente, e carichi di allusioni e sottintesi comprensibili solo ai britannici; si rifanno (una volta di più) sia alle notizie di cronaca che alla letteratura. Per fortuna di noi italiani, Armando Gallo traspose il tutto nella nostra lingua, contribuendo così a farceli comprendere (e probabilmente anche a far vendere di più l'album in Italia).

L'ispirazione di Gabriel prende le mosse dalla nativa Inghilterra, condannata pesantemente già fin nel titolo; "Selling England By The Pound" era lo slogan elettorale del Partito Laburista. Il patchwork di dramma psicologico e cronaca sociale (condito da un sottile sarcasmo) è legato ad arrangiamenti che cercano il loro pari: la chitarra simil-violino di Steve Hackett in "Firth Of Fifth", gli arpeggi alle tastiere di Tony Banks in "The Battle Of Epping Forest"...
In particolare il primo e il quarto solco, rispettivamente "Dancing With The Moonlit Knight" e "The Battle..." ci presentano i Genesis sensibili ai problemi della società inglese del tempo. E' un album contro la decadenza dilagante, contro la fine degli usi e delle tradizioni sull'Isola di Albione e contro la sua progressiva americanizzazione. Si parla di "Green Shield Stamps", espressione che ricorda sia la leggenda di Sir Gawain e dei Cavalieri Verdi sia i punti-omaggio di certi prodotti alimentari. Si parla di "Wimpey Hamburgers"... E, nel titolo di chiusura "Aisle Of Plenty", è presente addirittura un elenco dei prezzi esposti dal supermercato all'angolo. Quest'ultima canzone, che riprende il passaggio di chitarra di "Moonlit Knight", si conclude con la frase: "Thankful for her Fine Fare Discount, Tess cooperates". Solo i Genesis potevano mettere in musica un simile testo!


 Gabriel

I suoni restano - come già detto - estatici, ispirati: una serie di madrigali e arabeschi destinati ad entrare nella storia del rock. La band suona a memoria, si direbbe, denotando una fluidità strumentale invidiabile che giustifica l'entusiasmo crescente dei fans.
"Dancing With The Moonlit Knight" inizia con Peter Gabriel che canta a cappella, prima che si accenda via via l'intero instrumentarium della band.
Ha fatto scuola la suggestione romantica e potente di un pezzo come "Firth Of Fifth", cucita dal pianoforte nelle sue varie fasi fino alla superba coda strumentale in cui si distingue la chitarra elettrica di Hackett.
"The Battle..." è la rappresentazione dello scontro tra due gangs rivali: altro ampio spazio per la versatilità da "attore" di Gabriel. Sembra spesso che il testo non collimi con le note, ma l'alto grado di teatralità e i ritmi incalzanti sono una scusa sufficiente.
Non mancano i soliti richiami alla mitologia classica, con "The Cinema Show" che ha come "protagonista" l'indovino Tiresia (colui che doveva appianare una diatriba tra Zeus ed Era e rivelare chi, tra uomo e donna, provi il piacere maggiore).
E anche i presunti "riempitivi" sono a un livello massimo, che li fanno prescindere dalle mode e dagli anni. La dolceamara ballata "More Fool Me" (che, contrariamente a quanto si crede, non è l'esordio di Phil Collins come cantante solista: Collins aveva già fatto da lead vocal in "For Absent Friends" in Nursery Cryme) strizza addirittura l'occhio al pop, così come "I Know What I Like (In Your Wardrobe)". Ma sono eseguiti in maniera magistrale. E magistrale è anche l'instrumental "After the Ordeal".

 Hackett

La copertina non è opera di Paul Whitehead (come nei tre album precedenti), bensì della pittrice Betty Swanwick. Si tratta tuttavia di un'ennesima art cover molto ben riuscita.


Tracks:
     
1. Dancing With The Moonlit Knight  
2. I Know What I Like (In Your Wardrobe)  
3. Firth Of Fifth    
4. More Fool Me    
5. The Battle Of Epping Forest  
6. After The Ordeal  
7. The Cinema Show    
8. Aisle Of Plenty



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